di Guido Grossi

Qualche anno fa ho conosciuto in un incontro zoom Dominique Verga, eterea signora belga che ha raccontato ai presenti come le fosse successo di smettere di mangiare e di bere, per nutrirsi invece di Luce e di Amore. Successivamente, aveva scoperto di non essere la sola: così già facevano da anni anche altre persone con cui ora era entrata in contatto, in varie parti del mondo. Anni, senza cibo e senza acqua!
Avevo precedentemente letto di Yogi indiani capaci di tali prodezze e delle verifiche scientifiche che ne comprovavano l’autenticità, quindi, nessun dubbio sulle affermazioni di Dominique. Mi ero piuttosto limitato a classificarli inconsapevolmente, lei e i suoi colleghi, in una categoria di esseri di natura superiore, al di fuori della portata di noi comuni mortali. La similitudine con gli Yogi confermava senza dubbio il pensiero.
Mi sono concesso in passato dei piccoli digiuni di cibo, ampiamente compensati da ricche tisane; uno, due, tre giorni e mezzo di digiuno con l’intento di purificare il corpo e favorire guarigioni da mali passeggeri, ma soprattutto per dimostrare a me stesso che ero in grado, all’occorrenza, di esercitare la mia Volontà.
Meno di due anni fa ero arrivato a pesare 94 kg: un po’ troppo per un’altezza di 1,78. Così un bel giorno ho deciso, semplicemente, senza pensare ad alcuna dieta particolare, che avrei iniziato a “prendere le distanze dal cibo”: limitando le quantità e, magari, prestando più attenzione alla qualità. Sono sceso in due tappe, nel giro di un annetto, prima a 85-86 kg, poi a 80-81.
Soddisfatto, anche se avevo in mente, prima o poi, di scendere verso 75 kg come “peso per me ideale”. Così, semplicemente seguendo un profondo desiderio di leggerezza e distacco più pronunciato dalle soddisfazioni meramente “materiali”.
Poi, un paio di mesi fa, il colpo di fulmine: un annuncio su Telegram che ricercava un manipolo di pionieri disposti a sperimentare e documentare, in apposito ritiro di carattere spirituale, un digiuno dal cibo e… dall’acqua! Digiuno secco, per ben cinque giorni!
“Maddai, allora è possibile” mi son detto, e così mi sono candidato come cavia prima ancora di capire bene la proposta. Troppe coincidenze: il regista, l’amico Alessandro Amori che aveva già sperimentato su sé stesso; Dominique Verga, il mito; la magia del luogo conosciuto, l’ex convento francescano di Bolsena gestito dall’amica Sabrina Aguiari. Al di sopra di tutto, la spontanea curiosità, quella sana voglia di conoscere altre persone che, come me, esplorano i limiti e il Potere del nostro corpo, della nostra Coscienza, della nostra Volontà.
Prima ancora di incontrarci nel ritiro, abbiamo praticato la “discesa alimentare”: preparazione fisica e psichica al digiuno vero e proprio, durata otto giorni in cui progressivamente si eliminano sale, alcool e zucchero e ogni cibo d’origine animale, poi eccitanti vari come caffè e cioccolata, poi legumi, poi cereali, e negli ultimi due giorni restano solo frutta e verdure crude.
Mi sono abboffato di frutta e verdure e ingozzato di liquidi come un cammello, in quei giorni, nella speranza di accumulare “riserve”, sospinto anche dalla spropositata preoccupazione dei miei familiari che, compatti, mi hanno considerato letteralmente folle nel proponimento di non bere per cinque giorni. Secondo Google, infatti, e secondo ogni convinzione “scientifica” narrata dai nostri media, stavo sfidando letteralmente un’elevatissima probabilità di morte. Si dà per certo che dopo 3 (tre) giorni senz’acqua, muori. Se ti dice bene, ti becchi almeno un’insufficienza renale e danni permanenti agli organi. Per non parlare della garantita e pericolosissima “perdita di lucidità”: “capisci? Muori senza rendertene conto”, quindi non puoi difenderti e contare sulla tua naturale prudenza che avverte per tempo i pericoli e si ritira in buon ordine di fronte alla mala parata. Perdi lucidità e controllo su te stesso, si narra. Si dice. Si dà per scontato e provato.
Erano abbastanza terrorizzati, i miei, e sebbene io tenda per natura a non credere alla vulgata di Google e alla narrazione mainstream, mentre ho grande fiducia nelle testimonianze delle persone che conosco, non potevo restare insensibile di fronte a tanta compatta preoccupazione di persone che mi vogliono un mondo di bene.
Più si preoccupavano, più mi ingozzavo. Inutilmente. Ho perso piuttosto cinque chili in otto giorni di discesa alimentare in preparazione del digiuno☹ (e ne avevo persi già più di una dozzina nei mesi precedenti). Avevo così raggiunto il vecchio obiettivo dei 75 kg… ma non ero molto contento.
In quella magrezza inusuale c’era per loro (i miei cari), visibilmente, tutta la conferma del suicidio verso cui mi stavo avviando. Così, sebbene avessi deciso che non avrei usato il cellulare nei cinque giorni di digiuno, per coerenza con il distacco da cibi e acqua e con il concetto stesso di ritiro, ho finito per promettere a mia moglie che le avrei inviato un messaggio mattina e sera: “sono vivo e sto bene”.
Arrivo nel convento. Incontri con dodici sconosciuti che condividono la stessa follia, e Alessandro, e Dominique col suo compagno Domenico, digiunante permanente anche lui. Un po’surreale, aspetto di capire.
Prima performance, ripresa dalle attente telecamere della regia: consegna dei cellulari da rinchiudere in apposta scatola di latta; saranno riconsegnati alla partenza. Crisi sconvolgente: “e il mio impegno con Anna?”. Lo faccio presente, ma ricevo risposte elusive. Consegno, poco convinto, rimandando la soluzione a dopo. Devo aver fatto un sorriso da ebete, di fronte alla telecamera.
Il programma prevede circoli di condivisione in cui Dominique e Domenico ci accompagnano a comprendere come e quanto l’astensione dal cibo e dall’acqua, accompagnati da un rallentamento delle attività, dal silenzio e dall’ascolto, possano favorire un’immersione reale nel profondo del proprio essere, fisico e spirituale, che consente di ascoltare le voci che sussurrano nel nostro cuore.
Quello che è accaduto il primo giorno con la storia del cellulare è illuminante sui nostri processi psicologici e le pippe mentali in cui ci ingarbugliamo così spesso, scordandoci del potere della nostra Volontà.
Nella prima condivisione si parla di cuore. Della Voce di Dio dentro il nostro cuore, e della nostra immensa difficoltà ad ascoltarla.
Uno dei partecipanti interviene segnalando un suo problema personale col cellulare consegnato: si è impegnato con la famiglia a comunicare, e non intende rinunciarci. Viene invitato a farsi prestare il cellulare da Sabrina, il nostro ospite, per avvisare la famiglia che successivamente non potrà più farlo.
Mi sento male. “telefono ad Anna col cellulare di Sabrina e gli dico che non manterrò il mio impegno? Come glielo dico?”.
Si va avanti, mentre io rimurgino e cerco di immaginare la telefonata. Più immagino, più mi rendo conto che non esistono parole, per dolci, suadenti e amorevoli che siano, capaci di negare l’evidenza: tradimento! Sto male.
Pausa di due ore. Condivido il disagio con la persona che ha condiviso il problema, vivamente seccato dalla situazione. Non era stato esplicitato con sufficiente chiarezza l’invito a non usare il cellulare. Bel casino, ora.
Nuovo incontro, nuova condivisione. Il mio collega di sventura interviene, ed è un sasso che piomba pesante: “riprendo il cellulare, la macchina e, a malincuore, torno a casa.”
“Non è una decisone che nasce dal cuore”, la prima cosa che penso. Vorrei fermarlo, invitarlo a ragionarci su, ma sono pietrificato da un’idea: “devo andarmene anch’io?” Nessuno lo ferma. Ci lascia e se ne va a casa. Sto male.
Seguo tutto, ascolto tutti, perché mi interessa profondamente, ma sono inquieto. Nelle pause che seguono durante tutto il giorno, sdraiato sul letto, cerco disperatamente parole magiche che possano risolvere il problema con la telefonata dal telefono di Sabrina. Ma non le trovo.
Pomeriggio, l’illuminazione, la voce limpida dal cuore: “va, riprenditi il telefono, mantieni il tuo impegno, e resta. Fa sapere che è giusto, nulla ti può fermare”. Come non averci pensato da subito!
Così, qualche minuto prima che inizi il nuovo incontro, vado da Domenico, gli comunico con voce tremante la mia decisione, lo abbraccio, mi commuovo, riprendo il telefono… e sono salvo!
Nulla può fermare un azione che è frutto di un pensiero di giustizia e di amore. Perché è così difficile ricordarlo, e ci perdiamo invece in mille contorsioni foriere di dolore, e rabbia, e tristezza?
Sto bene. Sono lucido come non mai.
Mi godo finalmente leggero l’osservare gli altri, ascoltare Dominique, Domenico e le testimonianze dei presenti. Meraviglie del creato che, faticosamente, si schiudono liberando energie compresse e sciogliendo nodi antichi. Assisto a piccoli miracoli. Sento battere il mio cuore, ed è una sorpresa, piena di mistero emotivo.
Passeggiate a passo veloce. Ma come? Senza mangiare e perfino senza bere, d’estate… statti almeno fermo e tranquillo, no! La scoperta: più stai fermo e più perdi energia. Ti muovi, con convinzione, e diventi arzillo e potente: produciamo l’energia che ci serve!
Il massaggio tailandese. Dono liberatorio che inizia a sciogliere i grumi antichi dei miei muscoli e delle mie giunture. Capisco che anche questo è possibile: qualsiasi groviglio può essere sciolto, liberando energie e movimento, pensato precluso. Non lo sai, non ci credi, non ti muovi. Lo sai, lo pensi, lo sperimenti: ti muovi. Ho visto mio padre novantenne allettato dal Parkinson in stato finale alzarsi dal letto e girare per la stanza come un leone perché un’infermiera lo aveva contrariato. Le emozioni muovono. La Volontà e l’esercizio, ancor di più.
La mattina, al lago. Se scegli di toccare l’acqua, nuotata. C’è chi ne ha fatte di vigorose. Eri invitato a non toccarla, l’acqua ma, di fatto, ognuno è sempre libero di scegliere. Digiuno secco (senza bere) e asciutto: senza toccare l’acqua. Sì, perché la nostra pelle assorbe acqua e se ti stai astenendo dal bere questa capacità si amplifica. Quindi, se vuoi godere appieno dei benefici di un digiuno secco è bene sia anche asciutto. Comunque, l’acqua la assorbiamo anche attraverso il respiro, ho scoperto.
In questa condizione di astensione, il nostro organismo inizia a riorganizzarsi e va a individuare nel corpo dove andare a prendere ciò di cui ha bisogno. Meravigliosamente intelligente, il nostro organismo va a demolire e scomporre per prime proprio quelle cellule che per qualche motivo sono deteriorate e devono essere rifatte. Ne salva tutti gli elementi utili e i liquidi, che poi riusa per le varie esigenze, ed elimina gli scarti e le tossine. Sì, ho fatto pipì più volte al giorno tutti i giorni anche se non avevo bevuto! Naturalmente, usiamo anche le riserve dei tessuti grassi, per questo si dimagrisce. È questa l’essenza del processo biologico di purificazione che il digiuno scatena nel nostro organismo.
Se secco, il digiuno è tre volte più potente e veloce di quello in cui si beve. Se asciutto, ancora più efficiente.
Ho resistito solo due giorni asciutto, il terzo ho toccato appena l’acqua ;-(. Il quarto giorno avevo deciso di fare il bagno al lago, ma la strada era bloccata per una festa in corso, così ho dovuto rimandare al giorno dopo. Il quinto giorno ho bevuto. Non tanto perché ne avessi assoluto bisogno, anzi, ero stupito del fatto che nei cinque giorni non avessi patito fame e sete come temevo sarebbe successo. Secchezza in bocca, quello sì, e fastidiosa assai. Ma la produzione di saliva compensa. Saliva: acqua strutturata e purissima prodotta direttamente dal nostro corpo; quante cose non sappiamo. Ho bevuto la mattina del quinto giorno perché avevo scoperto che, dopo il digiuno, il primo giorno successivo non puoi subito mangiare, ma solo bere, e il giorno dopo avremmo avuto in famiglia una ricorrenza da festeggiare. Non mi andava di avvelenare l’atmosfera prolungando il digiuno perfino a tavola con gli altri.
Perdita di lucidità, stati confusionali…ma, perdona il francesismo, che ca..volo dicono! Mai stato così lucido. Nessuno ha patito confusione, o perdita di lucidità. Nessuno è morto, come Google e la scienza e l’intelligenza artificiale (l’avevo interrogata!) giuravano che sarebbe successo con gran probabilità. Nessuno ha avuto insufficienze renali, o danni d’altro genere.
E c’era fra noi, oltre me che ho settant’anni, un uomo di settantasei anni che è arrivato a pesare 42 chili, praticamente etereo; c’era una donna di settantasei anni dal passo incerto, arrivata col suo bastone, un po’ curva e impedita da mille garbugli alle giunture: l’ultimo giorno l’ho vista danzare per noi, leggera come una fanciulla.
Pensieri e corpo sono un tutt’uno. Sciogli i pensieri e si scioglie il corpo, e viceversa. Il digiuno secco scioglie, letteralmente, tanti nodi. Se lo accompagni con l’ascolto della voce interiore, fa miracoli, l’ho provato.
p.s. : a proposito di testimonianze, tieniti pronto che il mio amico regista Alessandro Amori - ideatore di tutto il progetto - sta montando un super documentario sulla nostra esperienza a Bolsena e non solo; sarà arricchito da molte altre informazioni e testimonianze diverse sull'argomento che davvero pochi conoscono e merita invece di essere diffuso e approfondito. Uscirà sul suo canale Playmastremovie.com
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Commenti
Condivido tutto cio' che hai scritto ...sapevo di questi digiuni secchi ...e penso che presto li faro' anche io...grazie x la tua esperienza che hai condiviso con noi
Ci penso da tempo, ho seguito per vari anni, a Valdo Vaccaro, bravissimo, solo sono riuscito a limitare al minimo la carne, i dolci ed aumentato le verdure crude e la frutta, ma non riesco ancora a ridurre le quantità, mangiare per me e una grande Passione, non mangio mai per fame ne appetito il primo obbiettivo e 24 ore di digiuno, ci sono riuscito solo una volta perchè stavo male, una brutta tosse con febbre, Ho 78 anni compiuti, credo che un giorno ci riuscirò. Grazie per questo documento Informativo, mi aiuta a prendere sul serio questa forma di guarigioni, in fondo penso che ormai siamo tutti un po Ammalati e non lo sappiamo, Vi Ammiro Molto, un saluto a tutti gli Eroi, sembra un Paradosso. Un Caro Saluto a tutti..