Trump: Follia o strategia di un uomo al potere? - Anna Lisa Maugeri intervista Gabriele Guzzi
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Pensare alla sola presenza di un unico interlocutore nella Striscia di Gaza è un errore, in Palestina ci sono altri partiti e gruppi combattenti palestinesi che si riconoscono, nell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ma non sono stati invitati ai negoziati diretti tra Israele e Hamas in Egitto per diversi motivi politici e strategici imposti dagli Usa e da Tel Aviv. Hamas è infatti considerato da Israele e dagli Stati Uniti l'interlocutore principale nella Striscia di Gaza e il movimento che attualmente detiene il controllo militare e politico dell’area.
Donald Trump per il Medio Oriente sembra aver cambiato strategia, condizionato dalle proteste in tutto il mondo ed in particolare in Italia. I continui bombardamenti, istruzioni, morti civili, donne e bambini, il genocidio certificato, la Casa Bianca vuole rallentare l’orrore provocato dalle politiche di occupazione militare operate da Israele. L'aggravarsi della crisi a Gaza, ha costretto gli Stati Uniti a formulare un piano che include il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, il ritiro israeliano graduale dalla Striscia di Gaza, e disarmo di Hamas. La proposta è stata definita con la collaborazione di mediatori dei Paesi arabi, come Qatar e ONU. Non sono mancati ostacoli: I negoziatori di Hamas pronti ad accettarlo nonostante le richieste di essere esclusi da un prossimo governo della Palestina e di deporre le armi ma al momento, dichiarano a Gaza, di non aver ricevuto nessun documento ufficiale. Anche a Tel Aviv non mancano ostacoli e proteste, Netanyahu si oppone ad un piano di pace che includa riconoscimenti politici ai palestinesi.
Negli anni ‘70 e ‘80, indossare la kefiah significava sostenere la causa palestinese, aderire ad idee rivoluzionarie e essere disponibili ad anteporre un ideale agli interessi personali. Ma chi erano i veri combattenti di quel periodo? Una di loro è Leila Khaled.
I media italiani da mesi evitano volutamente di informare in modo chiaro, sul genocidio, gli italiani. Il crimine del genocidio è un fatto per cui nessuno può tirarsi indietro essendo il crimine peggiore che l’uomo può commettere. Giornalisti e conduttori di trasmissioni riempi tempo, offrono al politico di turno, temi secondari o fuorvianti per allontanare l’opinione pubblica dal vero crimine, il genocidio.
Non si tratta certo del rumore delle bombe sonore e urticanti lanciate nel pieno dell’oscurità della notte del 23 settembre, (che equivale un po'; come colpire alle spalle), su 11 imbarcazioni civili della Flotilla, (di Italia, Inghilterra e Polonia), in rotta verso una zona di guerra per fini umanitari - azione tra le più normali in tempi di guerra e previste dal Diritto Internazionale Umanitario – a far sentire i rimbombi delle granate ma di qualcosa di molto più detonante che l'iniziativa internazionale della Flotilla sta scatenando.
Conseguenze di un intervento militare israeliano sulle strategie italiane in politica estera.
Il riconoscimento della Palestina da parte dei Paesi europei è una questione da decenni smarrita e, fino a due anni fa, nei fatti considerata chiusa. Nel frattempo, la realtà l'ha riportata all'ordine del giorno: insediamenti illegali e violenti, occupazione militare, genocidio, vite spezzate.
Oggi, rispetto ad altre aree del mondo, l’Occidente registra dei progressi nella rappresentanza femminile in politica. In Europa in particolare, troviamo il maggior numero di donne con ruoli di potere.
Gli attacchi alle forze nucleari strategiche minano i trattati sul controllo degli armamenti, distruggono la fiducia tra le potenze nucleari e rendono estremamente improbabili se non impossibili le prospettive di pace, spingendo verso l’escalation e aumentando il rischio di conflitto nucleare.