Se solo il mondo fosse governato da donne… che ripudiano la guerra. Intervista a Diego Siragusa - di Anna Lisa Maugeri

Pubblicato il 6 settembre 2025 alle ore 18:40

Oggi, rispetto ad altre aree del mondo, l’Occidente registra dei progressi nella rappresentanza femminile in politica. In Europa in particolare, troviamo il maggior numero di donne con ruoli di potere.

Ma chi sono realmente queste donne che hanno raggiunto posizioni di leadership? Qual è il loro ruolo nelle moderne dinamiche di potere politico e militare?

Il saggista e scrittore Diego Siragusa ci offre la possibilità di approfondire la questione attraverso il suo nuovo libro dal titolo “Donne che amano la guerra”, pubblicato da Arianna Editrice.

La sua analisi è certamente controcorrente ed evidenzia come e perché la leadership femminile sarebbe stata selezionata per aderire a un modello di potere bellico, neoliberale e coloniale.

Nel cuore dell’Europa democratica, queste leader smentirebbero di fatto la narrazione dominante secondo cui le donne al potere garantirebbero scelte di buon senso, orientate alla pace e alla giustizia, perché più sensibili ed empatiche per natura, in quanto donatrici di vita.

In questa intervista all’autore, Diego Siragusa racconta le storie, le personalità e la fedeltà ideologica di alcune delle nuove “regine della guerra”, a cominciare da Ursula Von der Leyen fino alle personalità politiche di casa nostra, come la Premier Giorgia Meloni e la europarlamentare del PD, Alessandra Moretti, rivelando come queste leader non rappresentino un’alternativa, ma una prosecuzione del sistema dominante.


L'INTERVISTA

ALM: Diego Siragusa, il titolo del tuo ultimo libro è molto eloquente, “Donne che amano la guerra”, in cui approfondisci il ruolo della leadership femminile nel mondo occidentale. Perché hai deciso di trattare questo argomento?

DIEGO SIRAGUSA: Io, come tutti quelli che hanno sempre militato a sinistra, ho sempre avuto una concezione della donna in politica secondo gli schemi della Prima Repubblica, dove c'erano donne, devo dire un po' in tutti i partiti, che hanno avuto un ruolo nella formulazione della Costituzione e nella ricostruzione dell'Italia. 
Ebbene, dopo la caduta del muro di Berlino assistiamo a una trasformazione antropologica. Emergono dentro una cornice culturale liberale delle figure più attente ad apparire che ad essere, più legate a delle confraternite economiche, a dei sistemi di organizzazione del consenso dove prevalgono il denaro e il potere. Emerge il ruolo, soprattutto negli Stati Uniti, proprio in prossimità di questa crisi del crollo dell'Unione Sovietica, di finanziare attraverso delle organizzazioni non governative una serie di gruppi, organizzazioni che hanno il compito di diffondere la cultura del liberismo in tutti i paesi dell'Est.
Questo implica appunto un impiego notevole di risorse, sotto l'apparenza della promozione dei diritti umani, della democrazia, della libertà.
Questa era la cornice pretestuosa dentro cui sono avvenuti questi colpi di Stato soffici. Allo stesso tempo, vanno al potere una serie di donne che oggi sono in maggioranza. Maya Sandu in Moldavia. La von der Leyen, che addirittura ha avuto il suo secondo incarico come presidente della Commissione Europea. Kaja Kallas, che cessa di essere primo ministro e diventa addirittura Alto rappresentante della politica estera dell'Unione Europea. Per cinque anni in Georgia ha governato Salomé Zourabichvili. Ha tentato addirittura in Bielorussia cinque anni fa la Tsikhanouskaya di vincere le elezioni. Poi in realtà è stata condannata in contumacia. Senza contare poi le donne che c’erano prima, Condoleezza Rice, Victoria Nuland, Hillary Clinton, Margaret Albright, Jeane Kirkpatrick. La fila è lunga. E tutte queste donne, nella ricerca che io ho fatto e che si è conclusa appunto con la redazione di un libro, sono tutte donne che hanno tradito quello che era il luogo comune delle donne, ovvero che le donne in politica sono, come dire, l'altra metà del cielo capace di cambiare il corso delle cose, perché donatrici di vita, sensibili, eccetera. La realtà si è dimostrata, purtroppo, diametralmente opposta.

ALM: Tra le donne che oggi sono in politica e che si inquadrano come donne che amano la guerra, qual è, a tuo parere, la più emblematica?

DIEGO SIRAGUSA: Quella più emblematica è la Von der Leyen. La Von der Leyen ha un retroterra che deve essere conosciuto. Ha una laurea in medicina, ma un gruppo di giornalisti ha scoperto che aveva copiato metà della tesi. Lei ha negato, ma c'è stata un'indagine e alla fine hanno detto “sì, è vero, però non al 50% ma al 47%”. Ma non le hanno messo in discussione il titolo di dottoressa in medicina. Poi, come ministro della difesa ha fatto un pessimo affare con l'India per la fornitura di aerei che sono stati strapagati, creando veramente un danno e anche il sospetto che dietro a un simile affare ci fosse stato anche qualcos'altro. Ma è soprattutto il suo background, il retroterra familiare che è inquietante. Il nonno era nazista, si chiamava Albrecht, è stato quello che ha fondato i supermercati Aldi, che adesso sono un po' in tutta Italia.. Aveva una sorella, che poi è morta, che aveva preso il nome di Benita, Eva Benita, quindi per Mussolini ed Eva per Eva Brown, la donna di Hitler. Ebbene, c'è un particolare che ho riporto nel libro. Quando sua nonna incontrò per la prima volta il Führer, lei per un mese non si lavò la mano, perché aveva stretto la mano al duce. Secondo me ha ragione Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri Russo, quando dice che c'è una tendenza alla revanche, alla rivincita nazista.
Quindi, la Von der Leyen è veramente una donna molto pericolosa, direi la numero uno, essendo quella che ha gettato per prima la parola d'ordine degli 800 miliardi da spendere nei prossimi anni per il riarmo dell'Unione Europea.

ALM: Nel sottotitolo del libro scrivi di donne “selezionate, formate e pagate dai vertici del sistema militare, finanziario e industriale occidentale”. Addirittura “selezionate”. Ci spieghi come e perchè?

DIEGO SIRAGUSA: Perché devono essere affidabili, non devono tradire, hanno un compito ben preciso. La donna che riassume meglio di essere stata selezionata, di avere un incarico fanatico, e lo sta portando avanti con assoluta coerenza, è Maia Sandu.
Maia Sandu ha studiato in Inghilterra, è esperta di questioni amministrative, ed è finanziata da George Soros. Su questo non c'è dubbio. Lei è diventa presidente della Moldavia nel 2019, ed è una fedelissima della Nato e dell'Unione Europea, naturalmente. Nel 2024 ci fu l'occasione elettorale di consultare i moldavi per sapere se erano d'accordo ad entrare o no nell'Unione Europea. Che cosa è successo? È successo questo. C’è una parte della Moldavia, che si chiama Transnistria dove c'è ancora una cultura di tipo sovietico, perché quasi tutti sono russi e non aspettano altro di entrare a far parte della federazione russa. Quindi, c'è stato un boicottaggio, un impedimento ai cittadini della Transnistria di poter votare. Poi c'era il voto all'estero, e siccome ci sono 500.000 moldavi che ormai lavorano e vivono in Russia, il governo russo aveva chiesto che fossero aperti almeno 20 seggi. Lei invece ne ha fatti aprire due, con 10.000 schede. Quindi 490.000 moldavi non hanno potuto votare. Senza contare quello che poi è stato scoperto all'estero, parlo dell'Italia, dove nei seggi per i moldavi
residenti in Italia risultavano tutte votate le schede e nessuno era andato a votarle. In questo modo lei per pochi voti è riuscita a vincere il referendum sull'Unione Europea e ad essere di nuovo rieletta. Quindi una vera truffa. Se poi ci aggiungiamo quello che è successo in Romania con Georgescu, allora veramente possiamo affermare che questa ormai è la dittatura del liberal fascista dell'Unione Europea e di tutto il blocco filoatlantista, io ormai le cose le chiamo come sono.

ALM: Siamo in un periodo in cui c'è una vera e forte crisi della democrazia nel cuore dell'Europa?

DIEGO SIRAGUSA: Sicuramente, tutto questo si riververa non solo nelle cose che ho appena detto, dove si truccano le elezioni, per cui tu sei un candidato favorevole solo se sei fedele a tutto il progetto economico e militare dell'Unione Europea e dei Paesi della NATO. Quello che è successo in Romania è veramente incredibile, è stata comprata anche la magistratura a livello costituzionale. Perché in un primo tempo anche la Corte Costituzionale, aveva dato parere favorevole alla correttezza della elezione di Georgescu . Dopo pochi giorni fu cambiato il verdetto. Io ho una domestica in casa che è rumena, che è andata a votare al Consolato in Italia e mi ha riferito che hanno distribuito 50 euro a tutti quelli che votavano per il candidato dell'Unione Europea, come un tempo faceva la democrazia cristiana dando un sacchetto con i viveri. C'è molta gente che è povera, ci sono pensioni che non superano i 100 e i 150 euro, quindi i 50 euro fanno comodo. quindi davanti ai 50 euro. Senza contare poi la questione dei morti: migliaia e migliaia di morti, questo è provato, che sono andati a votare. Quindi è stata veramente una delle cose più vergognose. E se andiamo a vedere i commenti, gli editoriali, un po' di tutti i giornali, tranne qualcuno, tipo Travaglio in Italia, quasi tutti hanno fatto finta di non sapere, di non aver visto nulla. Senza contare poi tutto l'apparato repressivo e di censura. Io ho ricevuto puntualmente blocchi su Facebook per i miei attacchi al sionismo e a Israele. Ecco, oggi il clima sta cambiando, ma tutto questo purtroppo sulla morte di decine di migliaia di persone, per non parlare dei bambini, che sono stati macellati. Questa è la parola corretta da usare.

ALM: Approfitto del fatto che hai tirato in ballo l’argomento del conflitto israelo-palestinese. Dici, appunto, che adesso sta cambiando la narrazione. Vediamo che alcuni tra giornalisti, politici e personaggi noti, si stanno esponendo leggermente di più rispetto a pochissimo tempo fa. Secondo te qual è la reale motivazione di questo cambiamento?

DIEGO SIRAGUSA: Ecco, questa è la prova, se qualcuno aveva dei dubbi, che stare a casa e non manifestare è la cosa peggiore. Quando questi personaggi che fanno politica cominciano a vedere che enormi masse sfilano gridando “Palestina libera”, sanno che sono persone che vanno a votare. Siamo tutti davanti a immagini, a fatti ormai documentati, di un genocidio in diretta, ed è il primo caso nella storia del mondo di un genocidio in diretta. Davanti a prove che sono ormai incomputabili, c'è un riposizionamento dei partiti e delle varie organizzazioni. Perché sanno che perderanno il consenso. In Italia sono stato chiamato a fare comizi e discorsi in diverse occasioni, ma non ho mai visto una bandiera del PD. Poi di punto in bianco, qualcosa cambia. E guarda caso, in queste elezioni parziali, comunali che ci sono state, il centro-sinistra vince a Genova, vince a Ravenna, guadagna voti a Taranto, guadagna voti a Matera. Ho ascoltato, un deputato siciliano, un nome che per noi è, come dire, familiare, il deputato Provenzano che si è scagliato contro Tajani e contro Meloni in Parlamento. Allora mi sono chiesto, ma quanto sono sinceri in queste posizioni. E bisognava proprio arrivare a un numero così alto di morti? I dirigenti israeliani hanno detto chiaramente “dobbiamo uccidere i bambini”.

Lo dicono anche e dicono anche il perché: “perché se un giorno verranno a sapere che cosa abbiamo fatto, si vendicheranno su di noi”. Questo lo ha detto una deputata al Parlamento israeliano. La retromarcia c'è, ma è un po' troppo tardiva, e quindi opportunistica. E la verità è emersa non in Europa, ma in Israele, dove c'è un giornale come Haaretz e dei giornalisti, alcuni dei quali li conosco, come Gideon Levy, che per me è il primo grande giornalista ad aver fatto delle indagini per denunciare tutte le menzogne che sono state raccontate sul 7 ottobre, e che servivano a giustificare la carneficina. Non si era mai visto addirittura far morire di fame due milioni di persone. Non c'è acqua, non c'è elettricità, non c'è cibo. Tutti possiamo vedere le immagini di bambini pelle e ossa, uguali ad Auschwitz e Mauthausen. Ormai l'umanità è finita. Il Professor Canfora l'ha detto chiaro: “Israele è l'erede del terzo Reich”. È una cosa terribile se ci pensi. Coloro che hanno subito l'olocausto lo stanno facendo su persone che non c'entrano nulla. L'avessero fatto sui tedeschi, per vendetta… ma lo fanno su quelli che addirittura li hanno accolti e con cui da secoli convivevano.

ALM: Torniamo alle questioni di casa nostra. Visto che parlavamo di “Donne che amano la guerra”, il tuo ultimo libro, come giudichi la nostra Premier, Giorgia Meloni? Cosa ne pensi di lei?

DIEGO SIRAGUSA: Quando ho scritto il profilo di Giorgia Meloni l'ho fatto sorridendo, perché le contraddizioni di questa donna sono incredibili. Ma soprattutto per la faccia di bronzo con cui capovolge cose che aveva detto prima. C'è quel famoso video che gira sui social, quando urla e dice che bisogna uscire dall'Euro. Poi in Parlamento dice “ma come? io ho detto questo? non mi risulta!”.
Ora attacca Putin, mentre prima mandava i suoi messaggi di “auguri al presidente Putin ha vinto con il 75% dei consensi”. Nel suo libro, Io sono Giorgia, dice che Putin è colui che difende i valori cristiani, ecc. Scrivere il profilo di Giorgia Meloni è stato divertente, così come quello della Picerno. E mi sono divertito anche a scrivere il profilo di Alessandra Moretti, altra deputata del PD. Vi racconto perché. Tutti i mezzi militari dei russi hanno la Z come segno di riconoscimento. La "Z" è un'abbreviazione della frase «za pobedu» (in russo за победу) che vuol dire «per la vittoria». Alessandra Moretti ha detto «dobbiamo impedire l'uso della Z». Ho riportato il testo di un breve articolo di un giornalista di Italia Oggi che ha fatto un articolo togliendo le Z. Una cosa veramente demenziale. C'è da ridere. Poi c'è stato qualcuno che si è arrabbiato. L’assicurazione Zurigo ha protestato. Su Facebook ho trovato un commento di qualcuno che diceva «E Zorro?». Questi sono gli imbecilli e le imbecille, tra l'altro votate, non la prima volta, ma anche la seconda volta. E sono spesso nel PD, non solo lì, ma spesso nel PD.

ALM: Il tuo è un libro necessario per conoscere meglio dinamiche e storie inedite che riguardano queste donne di potere e con ruoli di rilievo, che contraddicono con le loro scelte e azioni quell'ideale di donne sensibili e assennate, capaci di affrontare e risolvere meglio degli uomini certe questioni. A chi consiglieresti la lettura del tuo libro?

DIEGO SIRAGUSA: Lo consiglio a tutti naturalmente, ma con una raccomandazione: stiano attenti a fare una selezione ben precisa tra le donne che si vendono e le donne che invece non hanno abiurato la diversità femminile. Il momento femminista ha sempre insistito su questa diversità della donna, il suo modo diverso di pensare e di percepire la sua sensibilità.

Per esempio, Klaus Schwab a Davos, in occasione del WEF, invita delle donne a delle conferenze su certi temi. Io ho documentato che ha, in modo coerente, invitato prevalentemente tutte donne dell'alta borghesia imprenditoriale, ma anche premi Nobel, come Rigoberta Minciù che rappresenta gli indios dell'Amazzonia, oppure Corrigan Maguire che si batte per i diritti civili contro la tortura e contro la violenza, Aung San Suu Kyi, politica e attivista per i diritti umani, e altri premi Nobel che vengono dal Pakistan, dalla Cina… Sono donne che veramente devono essere messe a onore del mondo.

 

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