La proposta di pace di Trump e Netanyahu per la Palestina: i due sono credibili? - di Maurizio Torti

Pubblicato il 1 ottobre 2025 alle ore 20:31

Negano il genocidio e la creazione dello Stato di Palestina

Donald Trump per il Medio Oriente sembra aver cambiato strategia, condizionato dalle proteste in tutto il mondo ed in particolare in Italia. I continui bombardamenti, istruzioni, morti civili, donne e bambini, il genocidio certificato, la Casa Bianca vuole rallentare l’orrore provocato dalle politiche di occupazione militare operate da Israele. L'aggravarsi della crisi a Gaza, ha costretto gli Stati Uniti a formulare un piano che include il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, il ritiro israeliano graduale dalla Striscia di Gaza, e disarmo di Hamas. La proposta è stata definita con la collaborazione di mediatori dei Paesi arabi, come Qatar e ONU. Non sono mancati ostacoli: I negoziatori di Hamas pronti ad accettarlo nonostante le richieste di essere esclusi da un prossimo governo della Palestina e di deporre le armi ma al momento, dichiarano a Gaza, di non aver ricevuto nessun documento ufficiale. Anche a Tel Aviv non mancano ostacoli e proteste, Netanyahu si oppone ad un piano di pace che includa riconoscimenti politici ai palestinesi. 

Come proseguirà il negoziato? 

Da poche ore è terminato l’incontro tra Trump e Netanyahu con l’obiettivo di raccogliere conferme formali da parte di Israele. Se le parti confermeranno il piano, si avvierà il rilascio degli ostaggi entro 48 ore dalla firma dell’accordo. Al momento non è indicata una data per il cessate il fuoco e il ritiro graduale da Gaza delle forze di occupazione israeliane. I negoziatori USA suggeriscono di disarmare Hamas sotto supervisione internazionale e istituzione di un governo palestinese ma Trump vuole restare in prima fila e raccogliere il successo se il piano viene accettato dalle due parti in conflitto. Il piano prevede l’apertura di corridoi umanitari e iniziative di ricostruzione finanziate dalla comunità internazionale e il presidente Trump rilancia di voler ricostruire Gaza rendendolo un luogo meraviglioso ma non è chiaro per chi. 

Lo Stato di Palestina per Usa E Israele è sempre più lontano, nonostante le pressioni diplomatiche e la promessa di Trump che Tel Aviv non farà nulla per annettere altri territori palestinesi. Netanyahu non cede e durante la conferenza mostra la cartina di Gaza, dichiarando: occuperemo gran parte del territorio di Gaza. 

In cosa consiste il nuovo piano proposto da Donald Trump? 

 

Alla sua prima scrittura conteneva 21 punti ma ulteriori variazioni erano state già annunciate e oggi sono 20:


1. Restituzione di tutti gli ostaggi entro 48 ore dall'accordo, sia vivi che morti.
2. Fine immediata delle operazioni militari israeliane a Gaza.
3. Ritiro graduale delle forze di difesa israeliane (IDF) dalla Striscia di Gaza.
4. Smilitarizzazione completa della Striscia di Gaza.
5. Amnistia ai membri di Hamas disposti ad accettare la convivenza pacifica.
6. Passaggio sicuro per membri di Hamas che vogliono allontanarsi dalla Striscia.

7. Creazione di un corridoio di sicurezza non presidiato intorno a Gaza.
8. Ingresso illimitato di aiuti umanitari a Gaza con l’ausilio di ONU e altre organizzazioni internazionali.
9. Chiusura del fondo umanitario a Gaza (Gaza Humanitarian Foundation).
10. Raccolta delle armi di Hamas da parte di una forza araba e internazionale.
11. Graduale ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza.
12. Distruzione delle infrastrutture militari sotterranee di Hamas.
13. Creazione e addestramento di una polizia palestinese da parte di una forza internazionale.
14. Governo tecnico palestinese ad interim sotto egida di un organismo internazionale promosso dagli USA.
15. Successivo passaggio del governo all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
16. Nessuno sfollamento forzato degli abitanti di Gaza.
17. Due livelli di governance ad interim: organismo internazionale e comitato palestinese.
18. Supporto umanitario delle Nazioni Unite senza coinvolgimento del fondo umanitario controverso.
19. Apertura a un percorso credibile verso la creazione di uno Stato palestinese.
20. Piattaforma di dialogo interreligioso per contrastare la radicalizzazione.

 

Quali vantaggi e perché Hamas dovrebbe accettarlo?

Fonti palestinesi indicano che Hamas ha accettato in linea di principio il piano di Trump, soprattutto per il rilascio degli ostaggi entro 48 ore e il cessate il fuoco a Gaza. Il coinvolgimento di Paesi come il Qatar sta favorendo il raggiungimento di un'intesa. Hamas sembra disposto ad accettare il disarmo, il ritiro graduale israeliano e la creazione di una polizia palestinese addestrata da forze internazionali. Tuttavia, aspetti come la rinuncia al ruolo futuro nella governance di Gaza e il disarmo completo potrebbero incontrare resistenze più forti internamente. Complessivamente, c'è un buon ottimismo sull'accordo, ma con margini di negoziazione e dubbi su tutti i dettagli. Nel momento in cui ci saranno delle elezioni in Palestina non ci sarà Hamas che è sempre stata anche una organizzazione politica presente in tutta la Palestina. 

Quali vantaggi e perché Israele dovrebbe accettarlo? 

Israele, guidata dal primo ministro Netanyahu e dal governo fascista, appare molto ambigua e lo stesso Netanyahu è accusato dai partiti della estrema destra israeliana di aver fallito. Netanyahu ha ribadito la volontà di continuare l'operazione militare per "finire il lavoro a Gaza" e ha sfidato la comunità internazionale con il suo tono da guerrafondaio. Questo lascia dubbi sulla disponibilità israeliana a ritirarsi o a cedere su alcuni punti chiave come l'amnistia a Hamas o il rilascio di prigionieri palestinesi. Tuttavia, l’opinione pubblica israeliana, compresi elettori della coalizione di governo, è favorevole a una soluzione di pace, aprendo una finestra di opportunità politica per Netanyahu. La negoziazione sui tempi del ritiro e sulle garanzie di sicurezza sarà decisiva.

Cosa manca alla proposta di pace in Medio Oriente?

Nel piano di pace in 20 punti proposto da Trump per Gaza, alcuni aspetti fondamentali per la Palestina non sono stati esplicitamente inclusi o sono stati solo vagamente accennati. 

I punti esclusi sono diversi ecco quelli principali:

  • Non è stato proposto uno Stato palestinese a breve termine, ma solo un percorso verso la statualità palestinese, senza una tempistica precisa o impegni concreti immediati. 
  •  Non sono stati inclusi espliciti riferimenti alla fine dell’occupazione militare israeliana in Cisgiordania o Gerusalemme, né a interventi specifici per il riconoscimento della sovranità palestinese. 
  • Il ruolo futuro di Hamas nella governance di Gaza è escluso dal piano; si prevede un governo tecnico ad interim sotto supervisione internazionale e un successivo passaggio all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ma senza un chiaro coinvolgimento diretto di Hamas. 
  • Non è prevista una tempistica chiara per la transizione del controllo politico e amministrativo a un governo palestinese unificato. 
  • In materia di diritti dei rifugiati palestinesi o ritorno nei territori manca un chiaro riconoscimento o proposta concreta. 
  • Il piano prevede la chiusura di alcuni fondi umanitari palestinesi (come il Gaza Humanitarian Foundation) e un coinvolgimento diretto di organismi internazionali per la ricostruzione e la sicurezza, limitando il controllo palestinese diretto su queste aree.

Il piano è limitato sugli aspetti di sicurezza e smilitarizzazione, con la ricostruzione e una futura prospettiva di Stato, ma privo di soluzioni immediate e concrete sulle questioni più sensibili della sovranità, dell’occupazione e dell’autodeterminazione palestinese. Questi limiti sono cause di perplessità e critiche da parte della leadership palestinese e di Hamas, che attendono segnali più forti su riconoscimento politico e diritti umani fondamentali. 

A sole poche miglia dalle coste palestinesi occupate illegalmente dalle forze militari israeliane, dopo oltre un mese di navigazione, attacchi di droni di Tel Aviv, la Global Sumud Flottila ha quasi concluso la sua missione, rompere il blocco illegale di Israele. Sono ore molto delicate, se Israele sceglierà di fermare la Flottila, questo può accadere in qualsiasi momento. La mediazione diplomatica del governo italiano ha provato di tutto per convincere gli attivisti a bordo di accettare proposte alternative, in particolare di portare gli aiuti a Cipro, poi distribuiti ai cittadini palestinesi. Anche la stampa israeliana spara a zero sulla Global Sumud Flottila, l’accusa è quella di essere finanziati direttamente da Hamas. Un tentativo di gettare fango su una azione nonviolenta completamente legale, nel pieno rispetto del diritto internazionale, al contrario di Israele che viola ogni articolo sul diritto internazionale. Alle navi militari, italiane, spagnole e greche si sono aggiunte due navi turche e la loro presenza, per i trascorsi tra Turchia e Israele ha aumentato la tensione, l’intervento militare israeliano potrebbe trasformarsi in un grave, gravissimo errore. Dalle varie dichiarazioni del ministro Crosetto e Tajani sembra che una tragedia sarà inevitabile se La Global Sumud Flottila proseguirà per raggiungere il suo obiettivo, rompere l’assedio a Gaza spezzando il blocco illegale in prossimità delle coste palestinesi. Gli attivisti rischiano qualcosa? Certamente ogni membro avrà valutato questo scenario ma il coraggio, la determinazione, la solidarietà di milioni di cittadini nel monto, paralizzeranno le forze.

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