L’alba e il tramonto irradiano lo stesso bagliore

La morte è il nostro più grande tabù.
In tutte le principali tradizioni religiose, la morte non è una fine, ma una trasformazione.
Ciononostante, pensare alla dipartita nostra o di persone care, ci fa soffrire. Ognuno di noi abbraccia una visione piuttosto che un’altra, ma in realtà, quanto sappiamo del processo della morte?
La cultura, l’istruzione e l’educazione ereditata, ci ha fornito la necessaria molteplicità di conoscenze per poter scegliere una posizione autonoma riguardo ad un tema tanto importante?
La risposta è no, ma avendo accesso a milioni di dati, ora possiamo farci un’idea più completa ed informata, considerando ciò che ci è stato trasmesso da parenti, scuola e cultura, solo come un’utile partenza, ma non per forza come un arrivo.
Sono tante le domande che portano ad avviare un percorso di ricerca: Chi sono io? Esiste l’aldilà? Che senso ha la mia esistenza?
L’esplorazione è un’opportunità per allargare i confini del nostro sapere e con Il Libro tibetano dei morti, il buddismo offre una possibile via, descrivendo con minuzia le fasi dell’intero processo della morte: il Bardo.
Per iniziare un approfondimento, si possono seguire gli insegnamenti presso i tempi buddisti ed è disponibile una vasta letteratura da consultare. Il richiamo non deve essere necessariamente quello religioso, anche l’interesse per l’aspetto filosofico è una valida motivazione. La visione orientale, proprio perché strutturalmente lontana dalla nostra, può aprirci la mente.


Nascita Morte
L’autoguarigione tantrica Ngalso guidata da Lama Michel è una meditazione dove viene simulato il processo di morte-rinascita: un compendio di simbologie, sonorità e visualizzazioni derivate da antichi precetti, disponibile anche in rete. Praticandola, si può familiarizzare con un linguaggio diverso, rinforzando la capacità intuitiva.
L’apprendimento in Oriente non si sviluppa nel prendere appunti, studiare testi e fare incetta di nozioni per essere performanti, come siamo abituati in Occidente. Qui non è importante capire con la mente; è un sistema circolare, intuitivo e interno, che si manifesta attraverso la trasmissione dell’energia e la qualità della presenza. Sperimentare la comprensione in questo modo, può essere rivoluzionario.
Bardo significa intervallo, la condizione di transizione tra due stati di coscienza, che avviene quando si muore. Si sviluppa in varie fasi, ciascuna delle quali è associata ad uno dei 5 elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Vento, Spazio.
Le fasi del Bardo si propongono analogamente anche in altri contesti quotidiani: durante uno svenimento, durante uno starnuto e naturalmente, durante l’addormentamento. Quest’ultimo è il momento di trasformazione più simile al processo della morte che incontriamo tutti i giorni e come tale, è un’occasione di preparazione.
L’osservazione regolare di questi momenti fa prendere confidenza con la connessione a dimensioni sottili, in modo che non siano più vissute come spaventevoli, nel momento del distacco.
L’esercizio aiuta a connettersi a dimensioni a quel punto, non più del tutto anonime, ma più familiari.
Morire non è un argomento né semplice né leggero, ma se si riuscisse ad esorcizzare la paura atavica con un’educazione aperta e informata, potremmo elevare la qualità della nostra esistenza terrena.
Poter verificare che in questi momenti si possono contattare nuovi stati di coscienza, in una condizione di serenità, può stravolgere anche l’intero concetto di vita.
Attraversare il Bardo in uno stato d’animo di calma, potersi connettere ad energie positive o a virtù morali, definisce la qualità di una rinascita. La direzione che la mente grossolana segue con l’ultimo pensiero è la direzione impressa per ciò che continuerà. Se l’ultimo pensiero è di calma, l’indirizzo dato alla mente sottile sarà di calma, creando una rinascita, similmente armoniosa.
Anche le azioni effettuate in vita accumulano una risultanza per la rinascita, ma il modo in cui si muore, fa la più grande differenza per definire ciò che verrà dopo.
La successione delle fasi del Bardo può durare 3 giorni, ma può altrettanto ridursi a pochi istanti.
Anche la percezione di chi lo vive racconta di un tempo relativo: molte esperienze di premorte, accertano la visione di immagini sequenziali della propria vita, come lo scorrere di un film. La percezione per chi vive l’esperienza è che duri alcuni minuti, ma al ‘ritorno alla coscienza’, i testimoni riportano soltanto pochi secondi.
Secondo il Buddismo, nelle prime fasi i sensi si indeboliscono e scompaiono uno ad uno gli elementi Terra, Acqua, Fuoco, Vento, Spazio. Al primo passaggio svanisce la vista: il corpo si fa debole e si può avvertire la sensazione di cadere, perdendo la stabilità dell’elemento Terra. A chi lo vive, appare una visione simile ad un miraggio. Poi, perde forza l’udito: il corpo si asciuga e si affievolisce la capacità di distinguere dolore o piacere. La visione interna dal miraggio diventa un’immagine simile al fumo. Successivamente, svanisce la capacità olfattiva: si perdono il calore interno, il potere digestivo e la capacità di riconoscere le persone. Qui l’immagine del fumo lascia il posto a puntini luminosi intermittenti. Nell’ultima fase svaniscono gusto e tatto, non si distinguono più nomi o elementi della realtà materiale, si dissolve il contatto terreno e si smette di respirare.

L’intento di un praticante è quello di mettere questo processo in relazione al sonno.
Per osservare le fasi dell’addormentamento, bisogna depotenziare la mente seguendo l’andamento del proprio respiro, per diventare osservatori neutrali dinnanzi a ciò che avviene naturalmente, senza sforzarsi di vedere qualcosa. Meglio evitare eccessi a tavola, rispettare gli orari, non coricarsi stremati e godere di un ambiente silenzioso.
Al risveglio si sviluppa lo stesso processo, ma in senso inverso. Dapprima risorge la capacità tattile e si ricomincia a muoversi, poi si sentono sapori e odori, tornano poi distinguibili i suoni ed infine, gli occhi si aprono, facendo ritorno a Terra.
Un’altra occasione di analisi è la stanchezza che viviamo nell’ascoltare qualcuno o seguendo un film, nel tentativo di rimanere vigili. Qui, sono facilmente riconoscibili gli effetti di cadere nel vuoto o di chiudere gli occhi, caratteristici delle prime fasi. Con l’allenamento, si contatteranno anche i successivi.
Ciò che serve per aumentare la consapevolezza, è osservare il corpo all’interno già quando si è svegli, evitando di focalizzarsi sull’esterno. Seguire i movimenti corporei prima di addormentarsi, come quando si svolge un’azione semplice o all’insorgere di un’emozione, aiuta a dirigere l’attenzione all’interno e ad essere presenti a noi stessi in ogni momento.
Maggiore sarà la familiarità acquisita, maggiore sarà la probabilità di mantenere un analogo stato anche al momento della morte; quell’appuntamento certo, dinnanzi al quale siamo tutti uguali.
Fonti: Bardo Thodol – Il libro tibetano dei morti
Youtube: Attraversando il Bardo di Franco Battiato – film completo
Youtube: Morte, Bardo e Rinascita con Lama Michel Rinpoche – 7 video
Aggiungi commento
Commenti