Parliamo degli insegnanti di sostegno

Le Sfide nell’Integrazione Scolastica
L’Italia è stata pioniera nell’integrazione scolastica degli studenti con disabilità. La legge 517 del 1977 abolisce, infatti, le classi speciali e promuove l’inclusione degli studenti con disabilità nelle classi ordinarie. Tuttavia, l’efficacia di questa integrazione dipende in larga misura dalla disponibilità e dalla formazione degli insegnanti di sostegno, nonché dalla collaborazione tra scuola e famiglia. In molte realtà, la carenza di personale specializzato e la mancanza di risorse adeguate compromettono la qualità dell’inclusione, rendendo difficile per gli studenti con ASD di beneficiare pienamente del percorso educativo.
SCUOLA: LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO IN ITALIA
Come si diventa insegnante di sostegno in Italia?
Anzitutto, è necessario seguire un percorso specifico che varia a seconda del grado scolastico, e quindi conseguire un titolo di studio idoneo. Nella Scuola dell’infanzia e primaria è richiesta una laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria, che includerebbe già una preparazione per il sostegno. Nella Scuola secondaria di primo e secondo grado è necessario avere una laurea magistrale in una disciplina compatibile con l’insegnamento e acquisire i 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie didattiche.
Come si ottiene la specializzazione per il sostegno?
Dopo la laurea, è necessario superare un concorso per accedere al TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo), un corso universitario di specializzazione della durata di un anno che include:
• Lezioni teoriche su didattica inclusiva e pedagogia speciale;
• Tirocinio pratico nelle scuole;
• Laboratori sulle metodologie educative per studenti con disabilità.
Una volta specializzati, gli insegnanti possono iscriversi alle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) per ottenere incarichi temporanei e partecipare ai concorsi pubblici per il ruolo a tempo indeterminato.
L’insegnante di sostegno in Italia ha una buona formazione per supportare gli studenti con autismo?
La preparazione degli insegnanti di sostegno in Italia è oggetto di dibattito. La formazione è infatti generalista. Il TFA Sostegno fornisce una formazione di base su tutte le tipologie di disabilità (fisiche, cognitive, sensoriali, relazionali), ma spesso manca un approfondimento specifico sui disturbi dello spettro autistico (ASD).
Inoltre, uno dei punti deboli è la poca esperienza pratica: il tirocinio incluso nel percorso di specializzazione è limitato e molti insegnanti di sostegno si trovano impreparati di fronte alle esigenze degli studenti autistici.
La mancanza di continuità didattica è forse l’aspetto maggiormente sfavorevole, sia per gli insegnati che per gli stessi studenti. A causa della carenza di insegnanti specializzati, spesso vengono assegnati docenti non formati o privi di esperienza, con frequenti cambi di insegnante che compromettono il percorso educativo degli studenti con ASD.

DIVENTARE INSEGNANTE DI SOSTEGNO: QUESTIONE DI VOCAZIONE O NECESSITÀ?
In Italia, molti insegnanti precari seguono i corsi per diventare insegnanti di sostegno per diverse ragioni, principalmente legate alla stabilità lavorativa e alla maggiore possibilità di ottenere un incarico.
La carenza cronica di insegnanti di sostegno spinge molte scuole a ricorrere a supplenti senza specializzazione. Questo fa sì che chi consegue il TFA Sostegno abbia più probabilità di ottenere un contratto a tempo determinato e, nel tempo, anche una stabilizzazione.
Accesso più veloce al ruolo e maggiori possibilità di trasferimento
Come già detto, rispetto alle classi di concorso tradizionali (italiano, matematica, scienze, ecc.), il sostegno offre maggiori possibilità di ottenere una cattedra a tempo indeterminato. I docenti di sostegno rientrano in una categoria prioritaria nelle assunzioni e spesso i concorsi per il ruolo riservano una quota significativa di posti a questa specializzazione.
Inoltre, gli insegnanti di sostegno hanno più opportunità di trasferirsi nella loro provincia di residenza rispetto a chi insegna nelle discipline curricolari, dove la concorrenza è maggiore. Dopo alcuni anni di servizio, è anche possibile passare su posto comune (insegnamento tradizionale), sfruttando i punteggi accumulati.
Punteggi più alti nelle graduatorie
Chi ha la specializzazione per il sostegno può accumulare più punteggio nelle graduatorie GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze), aumentando le possibilità di ricevere un incarico annuale e di scalare le liste per il ruolo.
A differenza di molte materie tradizionali, dove l’offerta di insegnanti è superiore alla domanda, nel sostegno c’è un fabbisogno costante e in crescita, garantendo maggiore stabilità lavorativa.
Per queste ragioni, molti insegnanti precari vedono nel sostegno una scelta strategica per ottenere prima un incarico e per stabilizzarsi più velocemente nel sistema scolastico. Ma a quale prezzo per gli studenti? Il rischio è che alcuni si avvicinino a questa professione senza una reale vocazione, con possibili conseguenze sulla qualità del supporto agli studenti con disabilità.
Tutto ciò evidenzia la necessità urgente di migliorare il percorso formativo degli insegnanti di sostegno, introducendo corsi obbligatori di specializzazione sull’autismo e aumentando le ore di tirocinio per garantire un’assistenza più efficace e qualificata.
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