ASPETTANDO GODOT - di Anna Lisa Maugeri

Pubblicato il 16 settembre 2025 alle ore 06:44

CONTEMPORANEITÀ E PARALLELISMI DI UN CAPOLAVORO DEL TEATRO DELL’ASSURDO

Immagine di copertina generata con AI

Nonostante sia stata scritta più di settant’anni fa, Aspettando Godot risulta sorprendentemente attuale. La società moderna, immersa nell’incertezza, nell’iperconnessione e nella crisi dei valori, vive spesso una condizione simile a quella dei protagonisti dell’opera. 

Nel mondo contemporaneo, attendiamo costantemente qualcosa: un cambiamento, un miglioramento, un futuro migliore. L’attesa diventa il fulcro della nostra vita, spesso a discapito del presente. Come i due protagonisti dell’opera di Beckett, Vladimir ed Estragon, anche l’individuo moderno è spesso smarrito, isolato, nonostante sia circondato da altri. L’interazione con gli altri e con tutto ciò che ci circonda diventa superficiale, ripetitiva, priva di reale connessione emotiva.

Aspettando Godot: il significato dell’opera di Samuel Beckett

Scritta nel 1948 e messa in scena per la prima volta a Parigi nel 1953, Aspettando Godot (Waiting for Godot) è considerata una delle opere teatrali più significative del XX secolo. Samuel Beckett, drammaturgo irlandese ed esponente di spicco del teatro dell’assurdo, ci conduce in un mondo dove il senso della vita, del tempo e dell’attesa vengono messi in discussione attraverso una narrazione minimale e apparentemente priva di eventi. 

La trama è semplice: due personaggi, Vladimir ed Estragon, attendono invano l’arrivo di un certo “Godot”, che non arriva mai. In questo tempo sospeso, i due si confrontano, discutono, riflettono e cercano di dare un senso all’attesa.

Il simbolismo di Godot e l’assurdità dell’esistenza

Il significato di Aspettando Godot è spesso oggetto di interpretazione. Il misterioso “Godot”, atteso invano da Vladimir ed Estragon, diventa il simbolo di tutto ciò che gli esseri umani aspettano nella speranza di un cambiamento: Dio, il destino, la salvezza o semplicemente il senso ultimo della vita. L’attesa diventa una condizione esistenziale che accomuna tutti gli esseri umani: aspettare qualcosa che forse non arriverà mai.

Beckett non offre risposte, ma solleva domande. La sua opera riflette l’angoscia esistenziale tipica del dopoguerra, in un mondo liberato dal nazifascismo ma che contemporaneamente sembrava aver perso ogni punto di riferimento. I dialoghi circolari, le ripetizioni e il linguaggio spesso nonsense evidenziano il vuoto e l’assurdità della condizione umana.

L’inazione e la paralisi sociale

Nella società odierna i vecchi riferimenti culturali, religiosi e morali vengono messi in discussione. Questo genera un vuoto che si riflette nel senso di disorientamento che permea anche Aspettando Godot. 

Molti vedono nei personaggi dell’opera la rappresentazione di una società passiva, che aspetta che qualcosa cambi “dall’esterno” anziché agire direttamente. 

Come i protagonisti, anche oggi l’essere umano è intrappolato nell’attesa di qualcosa: del successo, del progresso, di condizioni di vita migliori, di cambiamenti significativi delle politiche economiche e sociali. Inoltre, oggi la possibilità di esprimere le nostre opinioni in merito a qualsiasi argomento pubblicandole sulle bacheche dei nostri account social, crea la falsa percezione di aver agito in qualche modo, ma quanto può incidere realmente questo nelle dinamiche dei sistemi di potere? E quanto possiamo essere veramente influenti restando incollati agli schermi dei nostri dispositivi elettronici, e da essi continuamente distratti? 

Viviamo, dunque, in un momento storico di inazione collettiva e false percezioni, aspettando che “qualcuno” risolva i problemi per noi. L’attesa diventa il cuore dell’esperienza moderna. Un tema ancora più sentito oggi, in un’epoca di crisi ambientale, economica e sociale.

In Aspettando Godot è una inquietante ma fedele rappresentazione teatrale della vita moderna. L’opera di Beckett, a distanza di decenni, continua a provocare, interrogare e ispirare. La prima domanda da porci è: stiamo vivendo, o semplicemente aspettando?

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